venerdì 30 agosto 2013

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La Taser fulmina italiani!

E' giornata di strette di mano vigorose per i commensali del Governo delle larghe Intese. Sventata (temporaneamente?) l'ipotetica crisi interna tra Pd e Pdl, con la cancellazione dell' IMU molti i volti felici e contenti. Nel sorriso smagliante di Angelino Alfano ieri in Parlamento è incarnata la soddisfazione per la decisione di Letta e soci. Molto lontano dagli scranni del potere, hanno ben poco di che gioire Comuni e popolazione. Pure il "Financial Times" si dichiara sconcertato dall' impavidità dell' Esecutivo italiano: "una stabilità politica pagata a caro prezzo". Un paese blocato dal caso IMU per cento giorni: questione politica e non solo. I ceti abbienti risparmiano così un miliardo di euro. Cresce la sensazione diffusa che al di là del contentino elettorale per Berlusca e i suoi, ci sia in ballo molto di più. Ecco qui entrare in scena la Service Tax. Aldilà delle levate di scudi della prima ora, legalitarie e settoriali, va detto che già l'aver concepito una imposta di tale genere riveli la natura di un esecutivo che da una parte gioca a fare la bella faccia nei confronti di quella austera "lacrime e sangue" del precedente Governo Tecnico, dall'altra colpisce i ceti deboli cercando di affondare la lama nel silenzio. La sensazione di impunità e la relativa pacificazione sociale di cui gode questo neo-governo evidentemente gli consente di osare nell'aumentare la forbice di ineguagliaza e ingiustizia ad ampio raggio. Così, la Service Tax diviene una stangata a carico dei ceti meno abbienti, dato che è palese che chi vive in affitto in Italia è grossomodo già la fascia meno tutelata, quella per cui se salta lo stipendio a metà mese si rischia seriamente lo sfratto per morosità, senza conare le centinaia di migliaia di studenti fuori sede già massacrati da affitti, rette universitarie e i ricatti del carovita. Lo spettro della Service Tax, l'idea stessa di volere ulteriormente precarizzare la vita di milioni di persone (molto più dei tre milioni di affittuari di cui parla l'Unione Inquilini, se si tiene conto delle relazioni sociali ed economiche intrepersonali nel loro complesso) è sintomo di una accelerazione di quella che giustamente Globalist.it definisce "la politica di Robin Hood al contrario (togliere ai poveri per dare ai ricchi)". E' chiaro che non esiste alcuna soluzione compatibilista di fronte a una volontà politica che palesa l'intenzione di procedere a colpi di accetta, e che ogni tentativo di concertazione si riveli come parte del loro gioco al rialzo.

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